In “Vecchi Versi”, Eugenio Montale, tignoso ragioniere ligure in tardiva competizione linguistica con Gabriele D’Annunzio (uno barocchissimo l’altro ermetico, il primo a disconoscere come maestro il secondo quasi per allontanare da sé ogni sospetto di facile estetismo), traccheggia per una splendida ventina di versi descrivendo la morte di una farfalla che nella sera “fumida”, entrata nella...
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