Presente Permanente

Si inaugura il 12 dicembre negli spazi della Gestalt Gallery di Pietrasanta (Lu), in via Stagio Stagi, 28 la mostra personale di Armando Marrocco dal titolo Presente Permanente, a cura di Raffaele Gemma. La scelta del titolo non è certo casuale, dal momento che l'artista milanese intende con l'esposizione rendere omaggio alla memoria di Pierre Restany, al quale era legato da sincera amicizia oltre che da stima e collaborazione professionale, dipanatesi nel tempo a partire dalle frequentazioni degli anni '60 nella Galleria Apollinaire di Guido Le Noci e dalla storica commemorazione del X Anniversario della Nascita del Nouveau Réalisme, tenutasi a Milano nel 1970. Sovente, infatti, il grande critico francese amava utilizzare proprio questa definizione esclusiva per l'opera di Marrocco, per sottolineare la capacità da parte di questo artista quasi di bloccare il tempo con le sue realizzazioni e di operare così in un continuo e perenne presente. L'omaggio a Rèstany si esplica attraverso l'esposizione di una serie di opere intrise tutte di questa magica traccia di atemporalità. Si va dagli Intrecci, che furono eseguiti a partire dai primi anni '60 nell'ambito di un iniziale interesse da parte di Marrocco per il settore dell'arte programmata, fino alle Tele colorate per combustione di fumogeni colorati, eseguite in occasione delle importanti performances dei primi anni '70, mai, queste ultime, del tutto abbandonate dall'artista, pur in un discorso fatto di continue rielaborazioni e reinvenzioni. Entrambi i generi di opere risultano quanto mai attuali, visto l'interesse che recentemente vi gravita attorno, ed uno dei segreti di questa loro modernità consiste proprio nella riduzione al minimo dei possibili agenti d'interferenza: nulla, nell'intuito dell'artista, deve alterare infatti il linguaggio essenziale della materia che, secondo una definizione di Raffaele Gemma, si determina sul momento e viene ad essere presentata in quanto tale, non già chiamata a rappresentare. Naturalmente questa minima contaminazione, frutto dell'ammirazione che da sempre Marrocco nutre per la variabilità di materia e materiali, assume la sua più piena espressione negli Intrecci, opera senza dubbio minimalista dove le superfici monocromatiche vengono ad essere vivacizzate semplicemente dai giochi di ombra e dalla presenza progettata di uno, quattro, sei, nove fori determinati dall'incrocio delle superfici (cartone bianco o cartone povero da pacchi, a volte vivacizzato dalla smaltatura). D'altro canto anche nelle Tele colorate per combustione di fumogeni colorati l'artista lascia che le grandi campiture bianche delle lenzuola dispiegate vengano scalfite appena, in modo imprevedibile e spontaneo, dalla progressione inesorabile delle micce accese, per far sì che i segni rivelatori di reconditi segreti cosmogonici siano tracciati in modo alchemico sulle superfici.